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Tempo di uccidere |
Ennio Flaiano, Tempo di uccidere Un romanzo scritto nel 1947, che vinse il primo premio Strega, da uno scrittore che ha vissuto personalmente la campagna d'Africa, dove non c'è, come invece vorrebbe la propaganda, la visione degli Italiani brava gente, ma di un esercito di occupanti che uccide senza troppi scrupoli, che usa le donne come merce, che contrabbanda e si arricchisce personalmente, anche se di fatto la guerra resta sullo sfondo. La storia è centrata su un mediocre tenente che, per errore, uccide una donna indigena di cui ha abusato e che scopre poteva essere malata di lebbra ed averlo quindi contagiato. Spaventa cosa si diventa capaci di fare nella paura della malattia e per non essere scoperti: non assumendosi le proprie responsabilità, si può arrivare ad uccidere. Flaiano stesso dice «forse non si tratta più di lebbra, si tratta di un male più sottile e invincibile ancora, quello che ci procuriamo quando l’esperienza ci porta cioè a scoprire quello che noi siamo veramente. Io credo che questo sia non soltanto drammatico, ma addirittura tragico». Ci viene restituita un'Africa misteriosa, piena di insidie, che non si comprende, perchè non si cambia prospettiva nell'interpretarla ed è inafferrabile e come la lebbra ti può contaminare e rimanerti dentro per tanto tempo prima di manifestarsi pienamente. Il racconto è molto giocato sulla psicologia, i turbamenti e le elucubrazioni del protagonista che però scoprirà di non essere stato denunciato ne perseguito, perchè al colonizzatore, in fondo, può essere perdonato tutto, rimarrà però ad aleggiare l'afa e il tanfo della lebbra.
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Ultimo aggiornamento Venerdì 08 Dicembre 2023 15:27 |