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Al giardino ancora non l'ho detto PDF Stampa E-mail
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Pera Pia,  Al giardino ancora non l'ho detto

Come ci coglie impreparati la malattia e il progressivo decadimento di un corpo che sembra non appartenerci più! Si pensa di dover espiare una colpa, si riflette sui passi che ci possono aver portati a quell'epilogo, ai moti di repulsione e di superiorità che abbiamo avuto difronte a persone disabili, quasi potessero contagiarci. Si soffre nel pensare di lasciare gli affetti che hanno imperniato la propria vita: le amicizie, gli animali, ... il giardino. Ci si affida alle letture, alle storie di altri che hanno affrontato la morte per capire come accoglierla.  Da privilegiati economicamente, si cerca di far fronte ai continui impedimenti del proprio agire, si diventa dipendenti dagli altri anche per le cose più elementari. Si valuta la possibilità di interrompere l'agonia, di non arrivare ad essere talmente non autosufficienti da non poter più mettere in atto propositi di fine vita. Ci si affida a chiunque offra soluzioni, cure, pagliativi, spesso approfittatori, ma che si ha da perdere! E' il ciclo della vita e la natura in un giardino avvolgente pieno di colori, di profumi, di vita e di morte che può consolare, dare conforto e che se qualcuno se ne prenderà cura ci sopravviverà, ma in ogni caso le piante potranno nascere spontanee, morire, riprodursi in una natura comunque sempre viva.  .

Al giardino ancora non l'ho detto - Pia Pera - copertina

Ultimo aggiornamento Sabato 20 Agosto 2022 12:57
 

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