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A Letizia Catarini piace |
La vita agra |
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Bianciardi Luciano, La vita agra Il libro esce nel 1962, una autobiografia spietata, in un linguaggio diretto e fantasioso con parole quasi onomatopeiche e ai limiti del vocabolario italiano, di un migrante che si trova pian piano a vivere il 'miracolo italiano', e a subire una trasformazione nel proprio modo di pensare e di porsi nei confronti della società. I temi trattati sono molteplici tra i quali lo sfruttamento del lavoro e le tematiche della sicurezza come il racconto del grave incidente nella miniera di Ribolla del 1954 in cui morirono quarantatre minatori e lo scrittore intuisce che potranno dar luogo ad ipotesi di azioni di insurrezionalismo e di anarchismo, anticipatore quindi delle tematiche della contestazione del '68 e purtroppo anche degli anni del terrorismo italiano. Racconta la vita di partito nelle periferie, punti di aggregazione e di solidarietà; il passaggio dalla società contadina a quella industriale e il nascere del lavoro autonomo non tutelato in antitesi a quello in una azienda con le problematiche tra libera professione e lavoro dipendente; la difficoltà di arrivare alla fine del mese, calcolando tutte le spese, (ha anche due famiglie da sostenere) e cercando, almeno, di lasciare uno spazio a piccoli bisogni, sigarette un cinema ogni tanto; queste ristrettezze e il tipo di vita portano alla solitudine e all'isolamento da condividere almeno con una compagna. L'alienazione, la vita caotica della città, la società dei consumi si intrecciano con il ruolo della donna nella società, dalle 'segretariette' alla pubblicità basata sul sesso e sul corpo della donna. Una visione critica, aspra e disillusa della nuova Italia, che però lo premierà per questo suo sguardo e per la sua produzione di fatto inglobandolo comunque nel sistema.
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Ultimo aggiornamento Martedì 02 Agosto 2022 13:33 |