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A Letizia Catarini piace |
Dio è nato in esilio |
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Vintilà Horia, Dio è nato in esilio 'Noi viviamo in un tempo di pazzia e di speranza, il tempo dell'attesa di Dio'. Lo scrittore ha vissuto sulla sua psiche e sulla sua vita gli effetti dell'esilio a cui lo aveva costretto il regime comunista in Romania e nel romanzo emerge l'identificazione con il protagonista, Ovidio, che per otto lunghi anni viene esiliato da Augusto e da Tiberio nei confini orientali del nascente Impero Romano. Ovidio affida le sue memorie alle pagine di un diario, Le Metamorfosi, sicuramente un capolavoro dell'antichità. E' struggente il progressivo distacco dalla vita a Roma, ed estremamente interessante la consapevolezza maturata da Ovidio delle peculiarità della sua gente, rispetto ai Geti, dove lui è stato confinato. Roma ha come obbiettivo la guerra, la conquista, l'espansione del suo dominio; la violenza è la cifra della vita romana, non solo per i suoi innumerevoli legionari nelle continue guerre, ma anche perchè i vari cesari e imperatori hanno fatto del sangue e della morte un vergognoso spettacolo per le folle, nel circo dove ci si accanisce sul più debole, deliberando morti strazianti. Anche gli dei sono crudeli e l'uomo subisce, senza poter scegliere, le loro angherie. In questa nuova terra, Ovidio impara a conoscere invece un popolo fiero con donne forti e bellissime che venera un solo dio, Zalmoxis, che promette una vita al di là della morte, che quindi è un passaggio non temuto dai Geti. Potrebbero essere loro i dominatori del mondo, ma saggiamente concepiscono la guerra solo per difesa e per sopravvivenza. Negli anni di esilio tesse comunque relazioni ed amicizie e si immerge in una diversa religiosità, incontra romani che sono scappati per scelta dalla Roma imperiale e Daci che lo informano di ciò che si sta verificando in Israele dove è annunciata la nascita del Messia e la speranza di un Dio che si fa uomo, un Dio simile a Zalmoxis. Un Dio che rende responsabili, non zimbelli degli dei, e darà la libertà di scegliere. Un Dio che rifiuta la guerra e che non potrà quindi nascere da uomo a Roma, al centro del potere, ma solo nelle periferia dell'Impero ed in esilio, ma che saprà incunearsi in una civiltà già in decadenza sul piano degli ideali e che Ovidio vorrebbe potesse tornare ad essere la Roma ad immagine di Enea e non dei dispotici dei.
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Ultimo aggiornamento Sabato 05 Febbraio 2022 20:07 |