Clitennestra - Valerio Marconi
Moglie tremenda e fedele alla tua figlia che è solo memoria per le notti in attesa del lume delle vene aperte sulla vasca dalla scure; accettasti il padre del delitto, madre di una vittima. Non vedevi la figlia rimasta a odiarti, ma quella allontanata in terra e mare negli occhi che sanguinavano lacrime alla morte del padre. Stendesti un telo rosso per poi avvolgerlo in un fiume di fiamme, la schiuma che ti fa donna urla il piacere del delitto reso e poi ridato. Alle amiche dicesti:- Antigone, Medea, ho ucciso l’empio… ho preferito la figlia morta ai vivi senza madre: una bocca chiusa dall’ingiustizia grida giustizia! E io l’ho fatta.- Morta per mano del figlio adultera assassina, è la legge degli uomini che ti ha dannata per darti giustizia? Pianse finalmente una figlia abbracciando il fratello detto morto; perché tu non potevi, perché i morti non possono piangere una figlia.
Agamennone - Valerio Marconi
Pastore di popoli sacrifica il tuo agnellino, tua figlia più piccola: per fare la storia si scrive col sangue la tradizione orale di una moglie rapita a tuo fratello restituita da una città in fiamme, conquistato il mare e fatto rosso come lei, come le sue guance a sapere il promesso sposo sull’ara, il nero cadavere della sua bocca ad- oh!- mentre le deviavano la giugulare al vento. Una bocca ammutolita, per quanto cara, un re la deve alle bocche che si apriranno al futuro, anche se non ti bacerà più, anche se fa male, anche se sei suo padre. -Ho preferito i vivi a chi doveva morire, il sacrificio che salva il gregge.- Mai pianse come quel collo, le lacrime non superano mai il valore del sangue, ma pianse il suo corpo che perse una figlia.

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