Percorso delle stragi
Tutti gli episodi di violenza, che avrebbero dovuto, nell'immediato dopoguerra, essere indagati dall'autorità giudiziaria al fine di giungere all'individuazione di presunti responsabili da sottoporre a processo, sono stati illecitamente tenuti nascosti, con i fascicoli d'indagine occultati nei locali della procura generale militare, a Roma. Tali fascicoli, rinvenuti nel 1994, rappresentano uno dei più imponenti e gravi occultamenti avvenuti nella storia dell'Italia repubblicana. Le cause del loro nascondimento sono state oggetto di indagini da parte di una commissione interna alla magistratura militare e di una commissione parlamentare d'inchiesta, nonché di approfondite analisi da parte della storiografia. Secondo le teorie più accreditate1, condivise peraltro dal Consiglio della magistratura militare (1999), dalla II Commissione Giustizia della Camera dei deputati (2001) e da parte della Commissione Parlamentare d'Inchiesta (quest'ultima ha concluso i suoi lavori, nel 2006, in modo non univoco, con una relazione di maggioranza e una di minoranza), tali cause fanno riferimento a sostanziali ragioni politiche: nel mondo diviso della guerra fredda, inchieste e processi a criminali nazisti avrebbero “disturbato” una Repubblica Federale Tedesca in fase di ricostruzione materiale e politica, nonché baluardo del mondo occidentale. Inoltre, richieste italiane relative a criminali tedeschi avrebbero rinnovato le istanze di paesi terzi – Jugoslavia, Grecia, Albania, Francia, Urss, Etiopia, Libia – relative a criminali italiani, mai sottoposti a giudizio, né all'estero né in Italia, per gli eccidi e le violenze commessi nei territori d'occupazione dal 1935-36 al 1943 (e oltre, per ciò che riguarda i militi della RSI).
Dopo il 1994, e soprattutto dall'inizio degli anni 2000 presso la Procura Militare di La Spezia, sono state finalmente portate avanti le indagini e celebrati i processi – con gli imputati regolarmente contumaci – relativi ad alcuni degli eccidi più gravi avvenuti nell'Italia centro-settentrionale (le sentenze sono disponibili qui: http://www.straginazifasciste.it/?page_id=137). Nel 2013, presso il Tribunale Militare di Roma, è giunto a sentenza anche il procedimento relativo alla strage di Cefalonia. Molti altri casi, però, non sono mai stati indagati, finendo frettolosamente archiviati, di nuovo, tra la metà e la fine degli anni Novanta del secolo scorso (I. Insolvibile, Archiviazione “definitiva”. La sorte dei fascicoli esteri dopo il rinvenimento dell'armadio della vergogna, “Giornale di storia contemporanea”, XVIII (2 n.s.), 1, 2015).
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1 Mimmo Franzinelli, Le stragi nascoste. L'armadio della vergogna: impunità e rimozione dei crimini di guerra nazifascisti 1943-2001. Mondadori, Milano, 2003; Michele Battini, Peccati di memoria. La mancata Norimberga italiana, Laterza, Roma-Bari 2003; Filippo Focardi, Criminali di guerra in libertà. Un accordo segreto tra Italia e Germania, Carocci, Roma 2008; Alessandro Borri. Visioni contrapposte. L'istituzione e i lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle cause dell'occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti, I.S.R.Pt, Pistoia, 2010; Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (a cura di), Le stragi nazifasciste del 1943-1945. Memoria, responsabilità e riparazione, Carocci, Roma 2013